Il Nome Supremo
Pubblico un breve testo dello Shaykh Madani dal titolo: Il Nome supremo, facendolo precedere da una altrettanto breve introduzione
C'è nell'uomo qualcosa di increato, d'immutabile che è l'essenza stessa del Vero Dio: "I cieli e la terra non mi contengono, ma mi contiene il cuore del mio servo fedele" (Hadith Qudsi).
Tale essenza è il principio per il quale esistono, ognuno secondo il suo "statuto" e la sua "assegnazione", tutti i gradi dell'Esistenza Universale la quale non si limita al solo dominio delle forme, grossolane o sottili, ma comprende anche il mondo dello Spirito ('alam ar-Ruh). Ad un grado ulteriore essa non ha più ne forme ne limiti e i suoi attributi coincidono con gli attributi Divini (Wahdat al Wujud). "La Ilaha illa Allah": non c'è Dio se non Iddio, non c'è altro da Dio, non c'è altri che Dio.
Nella condizione ordinaria di esistenza la coscienza è completamente assorbita dalle apparenze esteriori e la presenza divina risulta allora puramente virtuale, beninteso, non che lo sia effettivamente poiché nulla esiste per virtù propria, ma, fintanto che si permane in questo stato, la dicotomia io-Dio sarà realmente irrisolvibile.
Il Tasawwuf (Sufismo) prende l'essere umano così come è, musulmano per nascita o per conversione, e, in un primo momento, lo ricollega all'universale tramite il conferimento rituale della Barakà (influenza spirituale), poi, per mezzo della maestria e del metodo, lo orienta verso l'interiore, a questo proposito, nel testo che segue, lo Shaykh Muhammad al Madani (r.) si esprime in termini talmente espliciti che la difficoltà di comprensione, mia o altrui, dipenderà esclusivamente dalla distanza che ci separa dal suo stato interiore, tuttavia mi permetto qualche breve considerazione d'ordine generale.
La realizzazione spirituale, come si può in parte dedurre da quanto precede, non è altro che "l'attualizzazione" di ciò che è già sul piano dell'eternità, dunque non è "l'io" che si realizza, come qualcuno erroneamente potrebbe immaginare, la via del Tasawwuf non genera superuomini, ma Santi.
La sfera del mondo e dell'ego è ridotta a poca cosa, scrive lo Shaykh: "Ora essa è limitata o, piuttosto, cancellata come lo sarebbe un'onda in un mare agitato. Il ramo si è riassorbito nella radice, la parte è ritornata al Tutto. È verso Allah che le cose ritornano". Per un tale Essere, fintanto che permane nella condizione umana di esistenza, la sua realtà individuale non sarà altro che un supporto, "abd" rimane sempre "abd", il servo rimane sempre il servo e non sarà mai il signore.
Spesso i Maestri del Tasawwuf si esprimono usando il linguaggio d'amore, vi è chi, guardando dall'esterno, è indotto a credere che l'aspetto emotivo e sentimentale abbia un carattere determinante in questa via. Quando i Foqarà (I poveri) si riuniscono per invocare il Nome di Dio, anche gli angeli si riuniscono sopra di loro e se uno di questi scende, col permesso di Dio, verso qualcuno degli invocatori, colui il quale riceve una tale visita si scioglie in lacrime.
In altri termini: la discesa dello Spirito coinvolge l'essere in ogni suo aspetto, compreso l'elemento emotivo, dunque "l'azione" non procede da quest'ultimo il quale, in virtù della sua stessa natura, rimane sempre passivo. Lo Shaykh Madani scrive: "Mi ha autorizzato (Lo Shaykh Ahmad al-'Alāwī) a invocare il Nome Supremo con forte volontà e grande determinazione ...". Nel testo arabo il termine tradotto con: "forte volontà e grande determinazione" è Himma, da intendersi qui come la forza interiore che rende operativo il metodo il quale risulta allora essere il vero elemento attivo e determinante. La via del Tasawwuf è pura ascesi e mal si adatta alle tendenze misticheggianti tanto in voga nella nostra epoca.
Lo Shaykh conclude dicendo:" Ho acquisito "l'apertura evidente" (fath mubīn) grazie alla benedizione del mio Maestro (al-Alāwī), che Allah sia soddisfatto di lui. La mia lode appartiene ad Allah."
È evidente che si è difronte ad una qualificazione spirituale straordinaria e a molti di noi non basterà questa vita per avvicinare, anche solo un poco, lo stato interiore dello Shaykh Madani(r.), tuttavia affermo con certezza che la via è aperta, percorribile e percorsa.
La pace sia su di voi.
As Salamu alaykum
Il Nome supremo
1. [Lo Shaykh Ahmad al-'Alāwī] mi ha poi trasmesso il Nome supremo: "Allah" e mi ha autorizzato ad invocarlo in un modo specifico dopo avermi fatto entrare in ritiro spirituale (khulwa). L'ho invocato secondo le sue indicazioni, pronunciando ad alta voce il nome di Allah, chiudendo gli occhi e dopo aver effettuato entrambe le abluzioni. Ho dapprima immaginato ciascuna delle lettere come fogli nell'atmosfera, [fluttuanti nell'aria], ingrandendo poi il Nome fin quando non apparisse inscritto sulla pagina dell'intera esistenza creata. Sheikh Ahmad al-'Alāwī [possa Allah essere soddisfatto di lui] mi ha, in seguito, rappresentato la sfera del mondo, vale a dire tutto ciò che è diverso da Allah, il Trono e ciò che contiene.
2. Mi ha autorizzato a invocare il Nome Supremo con forte volontà e grande determinazione fino a quando questa sfera non si è ridotta, ai miei occhi, a un punto. Ora essa è limitata o, piuttosto, cancellata come lo sarebbe un'onda in un mare agitato. Il ramo si è riassorbito nella radice, la parte è ritornata al Tutto. "È verso Allah che le cose ritornano".
3. Tuttavia, Allah ha aperto rapidamente l'occhio del mio cuore. E le mie invocazioni furono di breve durata. Ho acquisito "l'apertura evidente" (fath mubīn) grazie alla benedizione del mio Maestro (al-Alāwī), che Allah sia soddisfatto di lui. La mia lode appartiene ad Allah.
Burhān al-Dākirīn (Evidenza degli invocatori).